Seguici su
Cerca

LARGO BUON CONSIGLIO

Con l’espansione urbana, la contrada Palo finiva per assolvere anche un’altra importante funzione pubblica, ovvero, vi si svolgevano le assise dell’intera collettività nei momenti che imponevano il massimo della partecipazione e della condivisione, i palazzi delle famiglie Allegra-Trasselli, Armao e Gallo , ne definivano, con le loro retro-facciate, l’invaso.


Descrizione

L’antica contrada Palo deve il suo nome ad una consuetudine, poi ufficializzata in un documento del 1405, secondo cui il bestiame ondivago e non custodito dai proprietari, a seguito di danneggiamenti arrecati ai fondi altrui, veniva requisito e legato “al palo” situato in questa periferia urbana, dove chi voleva rivendicarne la proprietà poteva farlo entro un certo termine, pagando una multa e risarcendo i guasti causati, altrimenti sarebbe stato confiscato e definitivamente venduto, devolvendo il ricavato a favore della municipalità. L’area, comunque, era frequentata sin dall’antichità, poiché vi si trovava una delle necropoli di epoca ellenistica.

Con l’espansione urbana, la contrada Palo finiva per assolvere anche un’altra importante funzione pubblica, ovvero, vi si svolgevano le assise dell’intera collettività nei momenti che imponevano il massimo della partecipazione e della condivisione. Così accadeva il 27 marzo 1630, quando l’assemblea civica decideva di riscattare ad ogni costo la città, restituendola alla sua originaria condizione demaniale (1633), contro ogni sopraffazione feudale. Quest’adunanza straordinaria restava nella memoria collettiva, determinando il toponimo “buon consiglio”.

Nel corso del XVII e del XVIII sec., i palazzi delle famiglie Allegra-Trasselli, Armao (poi Russo) e Gallo (­destinato ad accogliere nel 1882 il primo Istituto Magistrale), ne definivano, con le loro retro-facciate, l’invaso. Qui, peraltro, avrebbero avuto luogo una struttura destinata a teatro e alcuni locali destinati a carcere (Centimolo), oggi non identificabili. Alla metà dell’800, affermandosi il transito carrabile da e verso Nicosia, matura nell’amministrazione la volontà di attrezzare dignitosamente lo slargo che avrebbe accolto i forestieri. Così, nel 1858, si affidava a mastro P. Cannata la sistemazione del selciato e la costruzione di un’enorme abbeveratoio (1860) che l’appaltatore, a sua volta, faceva intagliare ai lapicidi Giaimo e Pellegrino. Dopo il 1874, per gli uffici fiscali della città, vi si collocava un casello del dazio e una parte del giardino di palazzo Gallo veniva sacrificata a favore di capienti rimesse per carretti e cavalcature (poi autoveicoli motorizzati), posizionandovi sopra una panoramica terrazza.

Nel 1876 su progetto dell’arch. V. Consentino, nel 1890 ad opera di mastro L. Smiriglio, fra il 1902 e il 1903 per mano dei mastri R. Macina e L. Dragotto, si rimodellava e si abbelliva lo slargo con nuove pavimentazioni, panchine e alberature, così come si può apprezzare ancora solo in alcune cartoline storiche. Nel 1929, in consiglio comunale ipotizzava di realizzarvi la palestra comunale, progetto mai attuato.

Odiernamente la piazza ha un aspetto molto diverso dalla sua configurazione storica per la demolizione del palazzo Gallo, la drastica riduzione delle originarie alberature e la rinuncia alla preziosa tessitura dei selciati. (A. Pettineo)


Modalita di Accesso

Accesso per disabili.

Collegamenti


Galleria di immagini

Dove

98073 Mistretta, Metropolitan City of Messina - 98073

Contatti

Pagina aggiornata il 18/07/2023 12:35:00

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Valuta da 1 a 5 stelle la pagina

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2

Dove hai incontrato le maggiori difficoltà? 1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2

Inserire massimo 200 caratteri