Descrizione
All’indomani dell’unità d’Italia, i vari governi intesero dare applicazione alle norme per la tutela della salute pubblica, norme tra le quali figurava il divieto di macellazione se non all’interno di strutture appositamente attrezzate. La pratica di abbattere gli animali nella pubblica piazza, possibilmente in prossimità di una presa idrica, era molto diffusa e trovava a Mistretta una puntuale conferma nell’attuale piazza Vittorio Veneto, a ridosso della cinquecentesca fontana denominata “Fruscio”.
Nel 1877 il Consiglio Comunale deliberava di edificare il Mattatoio presso il cosiddetto “fosso della neve”, una depressione in cui si accumulava il ghiaccio per disporne durante i mesi più caldi. Poco dopo, l’autorità municipale intimava ai macellai di sgombrare i loro esercizi dalla piazza ma quelli si opponevano e contravvenivano alla disposizione, continuando la loro malsana consuetudine, tanto che, ancora nel 1879, lo stesso Consiglio sollecitava la Giunta civica a reperire i fondi per l’edificazione del Macello. Bisognerà attendere il 1897, quindi vent’anni dopo il primo atto dell’Amministrazione, per appaltare l’opera a certo mastro Vincenzo Di Mariano.
Il complesso è concepito con due stecche edilizie, collegate da un vestibolo carrabile coperto e distribuite da un lungo spazio centrale cielo aperto. Seppure in disuso, reca allo sguardo dei passanti le cortine in muratura isodoma, le finestre riquadrate con austere mostre d’arenaria e un portale a bugnato liscio sul quale figura come concio di chiave una testa taurina. (A. Pettineo)
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Pagina aggiornata il 18/07/2023 15:44:00