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QUARTIERE DI SAN GIOVANNI

Nasceva come agglomerazione edilizia analoga agli antichi aggregati bizantini che, pur costituendo l’entità di Amistractus dall’epoca tardo antica, ancora alla fine del XV sec. si presentavano come piccoli quartieri satellitari dell’insediamento recintato da mura e abbarbicato alla rupe.


Descrizione

Nasceva come agglomerazione edilizia analoga agli antichi aggregati bizantini (metochii) che, pur costituendo l’entità di Amistractus (originario nome di Mistretta) dall’epoca tardo antica, ancora alla fine del XV sec. si presentavano come piccoli quartieri satellitari dell’insediamento recintato da mura e abbarbicato alla rupe. La separazione fisica dal nucleo arroccato era marcata dal torrentello (lavinaio) del Rosario che si originava proprio nell’attuale piazza Vespri. La chiesa veniva eretta all’inizio del XVI sec. su vestigia di un più antico edificio e, tralasciando presunte e non dimostrate ascendenze ad un tempio di Dioniso, più recenti e ponderate valutazioni inducono a ipotizzare la presenza nel sito della Sinagoga. Il quartiere, infatti, data la sua segregazione dal resto dell’abitato, costituiva il ghetto ebraico così come si evince dalla tenace permanenza di alcuni toponimi: via Ughetto (‘u ghettu), via Stella d’Oro, Via Maccabei. Dopo la drammatica espulsione dai regni di Castiglia e Aragona e, quindi dalla Sicilia (1492), gli ebrei osservanti dovevano andarsene lasciando i loro immobili, i neofiti cristianizzati potevano restare, così come accadeva a Mistretta, dove una serie di cognomi richiamano, più o meno esplicitamente, la loro ascendenza giudaica (Salamone, Gaudioso, Giordano, Ortoleva, Bartolotta e altri).

Al posto dell’antica sinagoga e con richiamo al potere sacralizzante del battesimo, si edificava la chiesa dedicata al Battista che, tra l’altro, nelle forme del portale (1534) ribadisce (o addirittura riutilizza) l’edicola dell’Aron, ovvero l’arca santa, l’armadio dove si custodivano le sacre scritture (Torah) di cui ancora ci resta lo straordinario esempio di Agira. Proprio di fronte al portale della chiesa esisteva un ampio sagrato trapezoidale, soprelevato con muraglioni ed accessibile da una larga cordonata, che occupava la maggior parte dell’attuale piazza. Nel 1883 il Comune accettava una petizione sottoscritta da 93 cittadini che desideravano la rimozione del terrapieno. Così, intorno al 1885 si demoliva il sagrato vetusto e si realizzava lo scenografico scalone a tenaglia. Con l’asportazione dei detriti dallo spiazzo, emergeva una sepoltura comune che, nel clima della ritrovata Nazione, si faceva risalire al massacro della guarnigione francese durante i Vespri (1282), fatto che determinava persino l’intitolazione della piazza all’evento storico. In effetti, l’area di sepoltura poteva essere più ragionevolmente ricondotta all’antica consuetudine di realizzare cimiteri nei sagrati, così come accadeva già nel medioevo presso l’analogo spiazzo antistante la Cattedrale di Cefalù. (A. Pettineo)


Modalità di Accesso

Accesso per disabili

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Dove

98073 Mistretta, Metropolitan City of Messina - 98073

Contatti

Pagina aggiornata il 18/07/2023 17:53:00

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