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QUARTIERI DELLA CITTÀ ANTICA

Nasceva come agglomerazione edilizia analoga agli antichi aggregati bizantini che, pur costituendo l’entità di Amistractus dall’epoca tardo antica, ancora alla fine del XV sec. si presentavano come piccoli quartieri satellitari dell’insediamento recintato da mura e abbarbicato alla rupe.


Descrizione

Poco ci è dato sapere dell’assetto urbano precedente all’epoca medievale, poiché la continuità dell’insediamento ha determinato il rinnovamento del tessuto edilizio con la progressiva cancellazione o l’occultamento delle testimonianze precedenti. Anche lo schema tratto dal manoscritto di Zonara l’arabo, pubblicato all’inizio del ‘900 da S. Pagliaro Bordone, resta solo una suggestiva immaginazione in mancanza di evidenze archeologiche. Certamente, tra il VII e il IX sec., anche Amestratus faceva parte del programma di fortificazione praticato nel Thema bizantino, ospitando una società prevalentemente grecizzata nell’idioma, nei costumi e nella pratica dei primi culti cristiani. Condizione che, fortemente compromessa dall’invasione musulmana (seconda metà del IX sec.), riusciva a sopravvivere fino alla riconquista normanna (1060).

Quando gli Altavilla arrivarono in città, vi trovarono una significativa rappresentanza islamica, ma soprattutto, come nella vicina Troina, una vivace comunità greca che, già scacciata per mano musulmana dall’antica rocca fortificata, aveva colonizzato le vicine contrade, insediandovi fattorie e metochii, poi sfociati nei rioni di S. Nicola, S. Sofia, S. Elena, S. Basilio, S. Caterina, S. Pantaleone, S. Calogero e S. Leone (chiamato Salleo).

I Normanni, a loro volta, sfrattarono i devoti di Allah, insediando nella parte arroccata e fortificata dell’abitato (hisn) monaci, cavalieri e dignitari di ceppo latino, e vi istituirono il Priorato di S. Vincenzo. I musulmani furono relegati nel rabat (rabbato), borgo a ridosso delle mura controllato ‘a vista’ dalla milizia cristiana. Quando Federico II deportò gli ultimi saraceni a Lucera (1223-25), anche il Rabbato di Mistretta fu spopolato e sacralizzato con la costruzione di una chiesa dedicata al SS. Salvatore.

All’arroccato quartiere latino (Castello, Roccazzo-Balatelle, Trinità e Casazza), al Rabbato e agli insediamenti sparsi greco-bizantini si aggiungeva un’importante ghetto giudaico, istituito dal 1312, e abitato fino al 1492, anno in cui gli Ebrei venivano espulsi dal Regno. Sarà la chiesa di S. Giovanni a surrogare l’antica Sinagoga e a rappresentare una nuova centralità per gli abitanti devoti del Battista. (A. Pettineo)


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Dove

98073 Mistretta, Metropolitan City of Messina - 98073

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Pagina aggiornata il 18/07/2023 17:58:00

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