Descrizione
Dopo la spedizione dei Mille e la proclamazione del Regno, gli orientamenti parlamentari s’ispiravano a principi di laicismo e, per certi versi, ad un anticlericalismo spinto. In questo clima maturava una legge che, nel 1866, sopprimeva gli enti ecclesiastici, incamerando i loro immensi patrimoni allo Stato che, a sua volta assegnava i beni ai comuni per sistemarvi scuole, caserme, convitti, reclusori, ecc. La confisca veniva puntualmente applicata anche per il complesso conventuale dei Cappuccini di Mistretta di cui faceva parte l’adiacente orto. Quest’ultimo, inizialmente area campestre non distinta dalla circostante campagna, con l’espansione urbana era diventato un autentico polmone verde al centro della città. La “silva” dei Cappuccini, a partire dal 1656, era stata faticosamente trasformata dai frati in un orto con rare piante aromatiche ed officinali, fino a raggiungere la condizione che ci viene restituita in una straordinaria mappa, redatta intorno al 1840, dal confratello F. Vincenzo Bruno da Catania. Dopo la legge di soppressione, il Consiglio comunale, nel novembre 1866, in piena sintonia con le iniziative delle più importanti città siciliane, deliberava di trasformare l’orto in giardino pubblico e, nel 1868 incaricava Ignazio D’Onofrio Aversa, un ingegnere paesaggista, di redigerne il progetto. Il tecnico formulava per la villa un assetto completamente inedito che coniugava l’informalità del giardino all’inglese con la definizione dei parterre e delle aiuole all’italiana, cancellando completamente le sistemazioni e le essenze del preesistente orto. Nel 1875, il suo perimetro veniva delimitato dai muretti in pietra del capomastro Sebastiano Cannata e sormontati dalla ringhiera del fabbro Andrea Marinaro. Nel ’79 si costruiva la vasca con bordi sinusoidali, introducendovi pesci ed anatre. Il Comune, per tutto lo scorcio del XIX secolo, investiva ingenti somme di denaro per acquistare piante dall’Orto Botanico di Palermo e da vivai che fornivano anche essenze floreali particolarmente rare e pregiate, tutte munite di cartellini con le rispettive denominazioni. Nel 1901 vi si piantava una quercia per celebrare la nascita della principessa Iolanda Margherita di Savoia, cerimonia reiterata altre volte e per ultimo nel 1993 con l’impianto di un carrubo in onore del giudice Falcone.
Il 2 giugno 1889 il giardino veniva solennemente intitolato a Giuseppe Garibaldi, il cui ricordo imperituro era affidato ad un mezzo busto dell’eroe, fatto realizzare nel 1884 da Noè Marullo che svolgeva il suo tirocinio artistico a Roma col sostegno del Comune. Un’altra prosopopea bronzea, opera dello scultore Benedetto Balistretri, era foggiata nel 1956 per celebrare il Cav. Vincenzo Salamone, già sindaco, parlamentare e benefattore del centro. Infine, il 12 novembre 2000 si erigeva il busto commemorativo in bronzo dello stesso Noè Marullo, opera dell’artista Mario Biffarella.
Oggi la villa custodisce circa 120 specie botaniche, alcune delle quali uniche in Sicilia, malgrado siano scomparsi alcuni alberi veramente monumentali come i due imponenti esemplari di sequoiadendron giganteum che caratterizzavano il suo ingresso. Una curiosità: proprio l’accesso principale, nel secondo dopo guerra, veniva decorato con i piloni di foggia liberty provenienti dal giardinetto antistante al palazzo Matrogiovanni Tasca, frattanto arretrato per migliorare la viabilità della strada nazionale.
Modalita di Accesso
Accesso per disabili
Collegamenti
Galleria di immagini
..
..
..
..
..
..
mistretta
..
foto
..
..
..
..
Dove
Via Libertà, 114, 98073 Mistretta ME - 98073
Contatti
Pagina aggiornata il 18/07/2023 18:24:00